LE ASSOCIAZIONI DELL’ARCHEOLOGIA SUL RECOVERY PLAN

           COMUNICATO 

Le Associazioni dell’Archeologia sul recovery plan: un’occasione unica per il rilancio di una politica industriale per il settore dei beni culturali e per un piano di riforma e di investimenti per l’archeologia

Le Associazioni aderenti al Tavolo di coordinamento delle sigle del settore Archeologia – rappresentative della PA, delle professioni, delle imprese – e le Consulte universitarie, dopo la tavola rotonda Una ripartenza per i Beni Culturali post covid-19, organizzata dalla Confederazione Italiana Archeologi, hanno elaborato un documento congiunto sulle opportunità e le prospettive aperte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che è stato inviato lo scorso 24 dicembre al MiBACT, MUR, MISE e MIT.

I firmatari sottolineano come l’archeologia sia un settore a forte impatto sociale che permette di ricostruire la memoria storica, le radici culturali della comunità dandole voce, oltre a rappresentare uno dei principali fattori di animazione del mercato turistico e offrendo lavoro a una vasta rete di imprese specializzate e di professionisti.

Evidenziano anche come gli investimenti nel settore culturale siano generatori di sviluppo per quanto incidono sull’indotto (Impresa Cultura Italia – Confcommercio stimano 2,65 euro di indotto locale ogni euro investito). Proprio per questo ritengono che i professionisti e le imprese impegnate nella salvaguardia del patrimonio culturale italiano siano in grado, se forniti di strumenti adeguati, di fungere da traino non solo per la valorizzazione di tale risorsa, ma anche per collaborare attivamente alla ripresa economica del paese.

Pertanto, il PNRR rappresenta l’occasione per una nuova partenza sistemica, per definire una nuova politica industriale per il settore dei Beni Culturali con risorse, regole e definizione di percorsi formativi che vedano, tra l’altro, un più stretto rapporto tra istituti di formazione e ricerca, impresa e mondo delle professioni.

Richiedono, quindi, non interventi “a pioggia”, ma interventi mirati e strutturali accompagnati da un quadro di riforme delle prassi e delle norme che regolano il mercato di riferimento, nella convinzione che, se si investe in un sistema non regolato, che non funziona o che non è capace di immaginare o recepire le nuove potenzialità, è a rischio l’efficacia degli investimenti.

VALORIZZARE LE PROFESSIONI E IL MERCATO DELLA CULTURA

Tra gli interventi di riforma, viene sottolineata l’importanza della piena attuazione delle normative che regolano le figure professionali del settore, con la valorizzazione delle specifiche professionalità nell’ambito della progettazione, della direzione dei lavori e nella composizione delle commissioni di gara, oltre al recepimento della fase di studio e di pubblicazione on line tra le attività costituenti lo scavo archeologico. Per un corretto funzionamento del mercato viene inoltre sottolineata la necessità di uniformare capitolati e prezziari, superando le numerose diversificazioni territoriali, auspicando anche l’applicazione di criteri di affidamento che tengano conto delle caratteristiche di alta specializzazione del settore, caratterizzato da un’alta incidenza del fattore umano e dalla necessità di garantire alti standard qualitativi, fattori peraltro connessi con l’alto profilo che il dettato costituzionale riserva alla tutela del patrimonio culturale.

UNA NUOVA FISCALITÀ E RISORSE PER LA CULTURA

Si auspicano anche interventi nell’ambito della fiscalità con la convinzione che ogni indagine archeologica generi un arricchimento per lo Stato non solo in termini di conoscenza, ma anche per l’incremento di valore economico apportato al patrimonio pubblico attraverso l’immissione al Demanio di nuovi beni, opportunamente schedati, negli inventari patrimoniali dello Stato. Inoltre, le indagini, anche se infruttuose da un punto di vista archeologico, accrescendo il patrimonio di conoscenza, avvantaggiano la progettazione delle opere future.

Quindi, l’archeologia non può più essere considerata un problema né un rischio, ma un’opportunità per l’accrescimento del patrimonio nazionale oltre che del sistema per la fruizione culturale.

Da queste considerazioni derivano le proposte di detrazione delle spese culturali, di riduzione dell’IVA al 10%, già applicata per le opere di restauro, e la definizione di una fiscalità di vantaggio per i privati che devono affrontare i costi delle indagini archeologiche in fase preventiva o di assistenza in corso di realizzazione delle opere.

Nell’ambito dei programmi di investimento del PNRR viene, innanzitutto, evidenziata l’esiguità dello stanziamento previsto (3,1 mld di euro complessivi per cultura e turismo) non all’altezza delle opportunità che i beni culturali potrebbero generare per il Paese ed anche in considerazione del fatto che i due settori sono tra quelli maggiormente colpiti dagli effetti del COVID-19.

Viene richiesta la costituzione di un fondo per l’accessibilità e la fruizione ampliata, con la convinzione che fruire di musei, monumenti, complessi monumentali, aree e parchi archeologici significhi prima di tutto potervi accedere fisicamente e in secondo luogo essere messi in grado di poterne comprendere i contenuti storici e culturali.

Un ulteriore fondo è ritenuto necessario per supportare i privati che devono affrontare interventi di ricostruzione delle abitazioni danneggiate da un evento sismico, quando i cantieri ricadano in aree di interesse archeologico.

PER UNA CULTURA DIGITALE

La digitalizzazione, infine, è uno dei temi centrali del PNRR e il settore dell’archeologia ha una forte necessità di normalizzare e di sistematizzare una notevolissima quantità di dati conservati negli archivi, così come di concludere il processo di elaborazione degli stessi al fine di renderli fruibili. L’acquisizione di un sistema digitalizzato avrebbe immediati effetti positivi nell’ambito dei processi di pianificazione del territorio.

All’interno del vasto ambito della digitalizzazione sono state individuate tre direttrici di intervento finalizzate alla realizzazione di un Inventario nazionale dei siti e dei ritrovamenti, alla Digitalizzazione dei dati di archivio e alla Pubblicazione del materiale inedito storico.

La prima direttrice ha come obiettivo la realizzazione di uno strumento conoscitivo integrale e pubblico, un vero portale nazionale, da integrare agli altri strumenti di catalogazione o di digitalizzazione del MiBACT, di immediata utilità per la tutela, la valorizzazione e la programmazione del territorio, trattandosi di strumento consultabile per la progettazione (Enti territoriali, Professionisti) ed utilizzabile dai funzionari della PA per la redazione dei pareri tecnici.

La seconda direttrice propone un vero e generalizzato piano di digitalizzazione del patrimonio informativo sui Beni Culturali presente negli archivi degli Istituti MiBACT (Soprintendenze, Musei, Biblioteche ed Archivi) e delle Università. Proprio l’emergenza sanitaria da Covid-19 ha fortemente evidenziato il grave ritardo in tema di accesso alle informazioni e alle tecnologie necessarie a supportare il lavoro anche svolto in forma “agile”. Sarà anche necessario promuovere, per favorire un uso del patrimonio culturale per la valorizzazione e l’accessibilità, l’inclusione di strumenti innovativi di documentazione quali riprese video da drone, modelli 3D, ecc.

La terza direttrice individua, come ambito di investimento, quello della pubblicazione su piattaforma digitale del patrimonio documentale, materiale e immateriale pregresso e conservato negli archivi, nei magazzini e sul territorio. Un’enorme mole di dati, spesso inaccessibile, inedito e per questo sottratta alla valorizzazione e alla fruibilità collettiva, che è di assoluta necessità per la conoscenza del territorio, quale elemento necessario per la pianificazione del suo sviluppo e per la messa a valore del proprio patrimonio.

Le Associazioni

ANA – Associazione Nazionale Archeologi

API – Archeologi Pubblico Impiego MiBACT

ARCHEOIMPRESE – Associazione delle imprese archeologiche

ASSOTECNICI – Associazione Nazionale dei Tecnici per il Patrimonio Culturale

CIA – Confederazione Italiana Archeologi

CNA – Confederazione Nazionale Artigianato e p.m.i. – Unione nazionale artistico e tradizionale

Consulta di Topografia Antica

FAP – Federazione Archeologi Professionisti

Federazione delle Consulte Universitarie di Archeologia (Consulte di: Preistoria e Protostoria; Archeologia del mondo classico; Archeologie postclassiche; Numismatica; Studi dell’Asia e dell’Africa)

LEGACOOP Produzione & Servizi

Mi Riconosci? sono un professionista dei Beni Culturali

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